L’anno che verrà…

Siamo quasi giunti, mancano ormai poche ore, alla fine di questo anno che sotto alcuni aspetti è stato martoriato da alcuni eventi anche drammatici. Ma le cose avvenute sono molte e cercherò di raccontarle in una maniera serena come si sovviene in questo periodo dell’anno, magari potrebbe anche essere una forma per esorcizzare il nuovo anno che sicuramente non sarà semplice ma almeno ci coglierà più preparati, spero.
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Tralasciando le vicissitudini che la nostra società sta passando con crisi economiche, codici morali sempre più sottili ed altri degeneramenti generali, vorrei fare un rapido elenco delle attività svolte e delle varie vicessitudini capitate in questo ultimo anno e magari condividere con voi alcune considerazioni.
In assoluto l’evento che ha cambiato radicalmente tutta la nostra vita marziale è stata la tragica scomparsa del nostra amato SOKE non che padre fondatore della disciplina che ci vede da ormai qualche decennio appassionati e studiosi. La morte del Maestro Robert Clark oltre a coglierci completamente impreparati ha pure sconvolto le nostre vite, mai avremmo avuto l’idea di venire privati così prematuramente di questa fondamentale presenza per tutti noi amici, allievi e stimatori della World Ju-Jitsu Federation, una figura di così grande profilo e d’un immenso carisma. Questo uomo ha dato tanto a tutti noi, qualunque persona che ha avuto la fortuna di conoscerlo e frequentarlo può tenere con se il ricordo di aver condiviso qualcosa di speciale come il jujitsu, e non solo, con un grande Maestro, ma sopratutto con una guida illuminata, persona unica nel suo genere nonostante i tanti bravi tecnici presenti nel panorama mondiale. Noi che abbiamo avuto questa grande occasione di crescita possiamo solo rammaricarci, oltre a non poterlo più incontrare, che molti di voi non abbiano fatto in tempo a conoscerlo, spero solo che possiate, attraverso i nostri insegnamenti e racconti in prima persona, percepire un po’ della sua Aura.
Soke R. Clark 9° dan

Soke R. Clark 9° dan

A seguito di questa perdita, la federazione, dopo richiesta esplicita del SOKE prima di spegnersi, ha nominato il nuovo Direttore Tecnico Mondiale, il Maestro Mathiew Rinaldi, diretto allievo del Maestro Clark non che, in questi ultimi anni, suo assistente e collaboratore personale. A l’amico Mathiew vanno tutti i nostri in bocca a lupo per il duro lavoro che gli aspetta nei prossimi anni.
Il nuovo DT l’abbiamo incontrarlo alcune settima dopo in occasione dello stage internazionale della WJJF PMA Italia svoltosi a Pisa nel mese di Aprile, inutile dirvi che il clima era profondamente segnato da quanto accaduto, ma nonostante tutto per fare si che la via tracciata dal nostro capo scuola non si affievolisse, sia gli esami di DAN che lo STAGE, sono stati un vero evento con molti partecipanti tutti pronti ad onorare il nome del SOKE.
Quanto accaduto, non vi nego, mi ha dato ancora più stimoli per tirare avanti in maniera ancora più motivata, ho cercato di dare nuovo impulso, insieme ai miei allievi e collaboratori, ad nuove attività sia promozionali che tecniche.
Da questi nuovi stimoli, che come germogli crescono sui resti di una terra fertile, sono nate le prime Ju-Jitsu Outdoor Session della mia scuola, la MDC JJ School, che hanno fatto uscire fuori dai confini del Dojo il nostro stile. Ci sono stati più appuntamenti che hanno coinvolto nel periodo estivo tutti gli allievi delle due Palestre; Fornacette, seguita direttamente da me, e Navacchio, seguita dal Maestro Zipoli Simone, mio grande allievo ma soprattutto collaboratore preziosissimo che oltre alle sue grandi doti tecniche è una persona eccezionale. Sono state sessioni svolte in spiaggia che hanno avuto il culmine con il BOOT CAMP di inizio settembre, ospiti dello Stabilimento Balneare dell’Aeronauti Militare di PISA. Sicuramente questo genere di attività verrà ripetuto anche nella stagione 2013 con ancor migliore organizzazione.
Il Settembre non è solo stato il mese del Boot Camp ma anche e soprattutto il mese del riconoscimento, dopo un esame impegnativo davanti alla Commissione Tecnica Nazionale presieduta dallo SHIHAN Adriano Busà, di tre nuovi Istruttori della MDC JJ School: Dario Santocchi, Giovanni Giusto e Alessandro Caraglio. Tre nuove Giacche Blu che vanno ad aumentare lo Staff Tecnico non solo della nostra scuola ma di tutta la PMA. Bravi Ragazzi !!!
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Nel mese di Novembre abbiamo partecipato con tutto lo staff tecnico della PMA alla grande manifestazione di arti marziali di Carrara “Festival Dell’Oriente” dove come docenti principali si sono alternati sui due tatami per ben tre giorni tutti gli SHIHAN della PMA, che sono oltre a me Adriano Busà, Andrea Colmbini e Guido Nicoli che insieme a Maestro Enrico Vignali componiamo la COMMISSIONE TECNICA NAZIONALE della WJJF PMA Italia. Una grande kermesse che ha dato modo, insieme a quella analoga di Rimini del Giugno prima, di mostrare tutta la valenza tecnica della nostra federazione condividendo la vetrina con tutte le arti marziali presenti nel panorama Italiano e non solo.
Il mese di Dicembre è stato sicuramente ricco di impegni, diciamo che abbiamo voluto chiudere l’anno in maniera attiva, abbiamo iniziato con il primo FRIENDSHOP STAGE Italia/Russia con ospiti Speciali come la Direzione Tecnica Russa della WJJF, un’importante occasione per vedere all’opera la grande scuola di arti marziali moscovita che come Responsabile Tecnico ha lo SHIHAN Alexandr Bryuzgin. Poi è venuto il momento, a metà del mese, di sostenere gli Esami di Kyu nella sessione provinciale di Pisa, dove 3 ragazzi di Fornacette e 4 di Navacchio si sono cimentati nelle tecniche di programma, ottimo esame per tutti i candidati con i complimenti di tutta la commissione. Abbiamo concluso il nostro anno con un bello Stage si Kobudo, tenuto direttamente da me con la collaborazione del Maestro Zipoli, presso la sede di Navacchio, dove abbiamo avuto modo di stare insieme e di farci gli Auguri di Natale tutti insieme sotto l’effige della WJJF PMA e condividere per una serata i valori della nostra Scuola di Ju-Jitsu.
Ho cercato di essere il più possibile conciso nel raccontare gli avvenimenti più importanti per il nostro gruppo in questo 2012 che ci sta per lasciare, tante cose abbiamo visto e altre ne abbiamo fatto, ma sono convinto che il cammino è sempre lungo, come lungo e forte è lo stimolo che ci fa andare avanti nello sviluppo del nostro JUJITSU. Allora non mi resta che augurarvi con tutto il CUORE un BUON ANNO e che sia per tutti ricco di soddisfazioni e pieno di cose BUONE !

keep calm and study jujitsu…

“Chi si ferma nello studio e nella ricerca del nuovo, si ferma nel jujitsu” questa è una delle frasi che dico sempre ai ragazzi che vengono da me a seguire le lezioni tecniche di jujitus della nostra scuola, può sembrare la classica frase ad effetto che si dice per attirare l’attenzione, ma non è assolutamente così. Cerchiamo di vedere oltre a tutto quello che facciamo, non fermiamoci al gesto atletico marziale, perché renderemo vano millenni di studi e sviluppi di questa meravigliosa e completa arte.

study jujitsu

Il “ju-jitsu” è vivo, cresce si sviluppa, matura ed evolve dentro ognuno di noi, ma non solo. Questa Arte è come se vivesse di una sua automa vita di cui noi ne facciamo umilmente parte, la nostra ricerca parte proprio da qui. Lo studente deve imparare la base, i caratteri fondamentali di cui si compone, deve praticare assiduamente, specialmente i primi anni, per formarsi tutto quel bagaglio che gli permetterà un domani, e non è detto che sia il raggiungimento della tanto agognata nera, di iniziare ad interpretare il proprio jujitsu.

Dopo questo chiarimento, naturalmente personale, cerchiamo di capire insieme per quale motivo ci sono ancora persone che nel mondo delle arti marziali covano invidia e rancore su altre discipline oppure, peggio ancora, sui proprio colleghi di stile.

Questo sentimento si trasforma spesso in una facciata di superiorità ostenta che nasconde sempre una scarsa sicurezza personale. E’ proprio in quel gesto che si può comprendere cosa del valore delle arti marziali hanno capito queste persone, solo un cuore aperto può spingere la mente ad apprendere ed a vivere la strada del Budo il resto non conta niente di più di un puro gesto atletico, a tutti questi personaggi voglio dare un mio piccolo consiglio, studiate il jujitsu per voi stessi e non fatevi smuovere e condizionare da quello che vi circonda, nelle arti marziali non arriva nessuno primo, ma tutti ci eleviamo se abbiamo l’umiltà di seguirlo al di là delle mode e degli egoismi.

A metà ottobre in concomitanza del Master Class 2012 di Liverpool la Commissione Tecnica della PMA sosterrà l’importante esame del 6° dan, questo traguardo non è solo segnato da  una esecuzione atletica perfetta delle tecniche di programma, concetto già espresso prima, ma è soprattutto  una ricerca di maggiore percezione del proprio movimento e del proprio controllo, tutto questo per oltrepassare un’altro livello interno sulla via dello sviluppo di se stessi nel jujitsu, voglio fare un grosso in bocca a lupo a chi come me sosterrà questo importante esame: Adriano Busa, Andrea Colombini, Guido Nicoli. La grande famiglia della WJJF PMA Italia aggiungerà un’altro piccolo mattoncino alla propria crescita professionale.

Concludo con l’unica nota di amarezza e dispiacere che ci sarà a questo grande evento, sarà per noi il primo grande esame senza la presenza del nostro amato Soke Robert Clark. Sono convinto che comunque vadano le cose lui ci osserverà dal posto in cui si risposa ed alla fine gli strapperemo anche un sorriso… R.I.P.

 

jujitsu is everywhere…

La mente non ha confini, riesce a muoversi nello spazio e nel tempo, la nostra vita deve avere come faro la libertà di espressione e di continuare sempre ad imparare da tutto ciò che la circonda. Per chi fa jujitsu come me da diversi anni ogni forma in movimento è espressione, armonia e coordinazione, il jujtsu stesso non è altro che l’efficacia estrema nell’armonia del movimento. Tutto questo universo di stimoli e pensieri prendono forma nello studio delle arti marziali, dove, a mio avviso, la massima espressione la si trova proprio nel jujitsu. Possono nascere mille termini che racchiudono mille scuole, ma l’estrema sintesi dell’Arte è sempre e rimarrà la “dolce arte”. Il luogo dove tutto si sviluppa e cresce sono le nostre palestre, la casa dove regna il nostro tatami e dove ogni volta che iniziamo con il  Rei (in giapponese ; in cinese ; in pinyin ) ogni palestra si trasforma nel nostro Dojo.

JuJitsu Outdoor Session

Tecniche in spiaggia

Ma c’è un’aspetto che è importante e che diventa fondamentale con gli anni, il vero Dojo lo portiamo dentro di noi, come il jujitsu stesso, è qualcosa che prima di diventare esecuzione di tecnica è spirito interiore, come scintilla di ogni espressione fisica. Allora se tutto nasce da noi ogni luogo dove siamo può diventare Dojo ? Certamente. Sono dell’avviso che oggi giorno non bisogna porci dei limiti, dei muri, ma bisogna creare spazi anche nuovi ed innovativi. Badate che comunque il luogo prediletto e che continuerà a trasmettere magia e storia sarà sempre il Dojo tradizionale, ma si deve anche arricchire di stimoli “esterni”.

E’ con questa motivazione che è nata la volontà da parte mia di far uscire quest’estate il jujitsu dalle mura della palestra per approdare in un luogo che rappresenta l’estate stessa e che nel contempo è un luogo perfetto e completamente economico per praticare le nostre tecniche, la SPIAGGIA.

Abbiamo già fatto due EVENTI nominati “Outdoor JuJitsu Session” ed un terzo è in programma a Settembre, precisamente il 3. Vi posso dire che è stato a dir poco esaltante e ricco di stimoli, con un numero sempre maggiore di partecipanti delle due palestre coinvolte, quella di Fornacette e quella di Navacchio. Per settembre abbiamo intenzione di allargare il più possibile l’invito a tutti i praticanti di jujitsu della WJJF. Vi assicuriamo che anche per quel’occasione l’organizzazione sarà ottima soprattutto per il dopo attivita. Chiunque fosse interessato è sufficiente che mi contatti per i dettagli di luogo e ora.

Come sempre più siamo e più cresce il divertimento e la carica… 😉

Ringraziamenti…

Con la sessione plenaria presso la palestra di Navacchio, abbiamo ufficialmente chiuso i corsi della nostra scuola di Ju-Jitsu, anche quest’anno ci siamo divertiti e siamo cresciuti sia come numero che come valore tecnico, abbiamo lavorato tutti intensamente con abnegazione ed impegno e non posso che ringraziare tutti per lo splendido lavoro svolto all’interno della Federazione e del nostro piccolo gruppo.

Prima di tutto devo i ringraziamenti ai ragazzi, presto istruttori in settembre, che mi hanno dato una grossa mano nel gestire i corsi alla Valdera:

Giovanni Giusto, Dario Santocchi e, compatibilmente con i suoi impegni lavorativi, Alessandro Caraglio.

Martial Position

Martial Position

Non posso esimermi nel ringraziare anche  tutti gli studenti della MDC JJ School che anno dato un significato a tutto il nostro lavoro e naturalmente tutto il gruppo fa i complimenti al M° Zipoli che quest’anno ha lanciato il suo corso a Navacchio dando modo alla famiglia di allargarsi, Bravo Simone hai un’ottimo gruppo.

C’è purtroppo una note di profonda tristezza nei nostri cuori, il 2012 è stato l’anno che ha visto la scomparsa del nostro grande SOKE e capo fondatore della World Ju-Jitsu Federation, Robert Clark. A lui va il mio ringraziamento più grande, per tutto quello che ci ha lasciato come patrimonio sia tecnico che culturale, con la speranza che tutti quanti gli aderenti alla sua organizzazione non guardino al passato che fu ma quello che di nuovo, sia in ricerca che in risorse, questa Federazione avrà il dovere di sviluppare. Ricordatevi che il nostro Soke era un innovatore ed il suo messaggio più grande è stato di dare al jujitsu lo sviluppo ed il rinnovamento che merita in quanto frutto della fantasia e della creatività umana.

Sono comunque soddisfatto del nostro lavoro e di quello che abbiamo creato, certamente si può sempre fare di più e meglio, ma spesso nella vita bisogna anche sapersi accontentare dell’equilibrio trovato e noi comunque stiamo migliorando su molti aspetti, da quelli sulla comunicazione e sulle attività, a quelli organizzativi. Ma se non c’è una collaborazione di tutti sarebbe difficile mantenere il meccanismo in funzione. Quindi ancora GRAZIE per tutto il lavoro e la passione profusa nella nostra splendida disciplina a tutti i ragazzi che condividono con me il tatami.

Il giro del mondo in un esame di jujitsu.

Anche questo traguardo è stato raggiunto, Sabrina e Jessica hanno fatto uno splendido esame nonostante i 34 C° all’interno della palestra. Un’altro scalino è stato salito nella lunga via del guerriero (Bushido), ma il bello sta nel fatto che l’obbiettivo non è l’arrivo, ma il viaggio, la salita, la strada. Sono anche per me grandi stimoli poter vedere che quello che trasmetto in tutti gli allievi fiorisca in loro e che in loro si sviluppi, il maestro è un mezzo tramite il quale lo studente delle discipline marziali scopre se stesso.

Sabrina e Jessica

Sono cresciuto nel jujitsu, il jujitsu è stato per me sempre come un qualcosa di familiare ed intimo, un elemento portante di tutto quello che sono e che sarò in futuro. Quando abbracciai questa disciplina avevo appena compiuto 17 anni, ero nel mezzo dell’età puberale ed è stato uno dei miei esempi di vita a cui ispirarsi.

Mi auguro di poter trasmettere il mio bagaglio a più gente possibile, di poter continuare ad aver la fortuna di incontrare gente motivata ed innamorata dell’arte marziale.

Quello che viene insegnato durante i corsi del nostro stile di jujitsu non è altro che un concertato di forme e conoscenze racchiuse in un’unica disciplina. La somma dello studio che ha fatto il nostro amato SOKE in giro per il mondo durante tutto il periodo di formazione più intensa. Vi posso dire che ho potuto provare e seguire diversi stili di arti marziali, coreane, vietnamite, cinesi e giapponesi, in questi 20 anni, e nessuno mi ha trasmesso quello che ho provato nel praticare il jujitsu della WORLD JU-JITSU FEDERATION di Robert Clark il nostro grande SOKE.

Jessica e Sabrina, vi aspetta un’altro gradino da salire, un’altro traguardo da raggiungere, non scoraggiatevi mai e pensate che anche per me gli esami non finiscono mai. Ad Ottobre sosterrò in Inghilterra, direttamente nel quartier generale della WJJF a Liverpool, l’esame per il 6° dan, davanti a tutta la commissione tecnica internazionale capitanata da Mathieu Rinaldi. Mi aspetta un estate di intensa preparazione tecnica ma soprattutto fisica.

Un saluto a tutti i miei studenti.

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Cenni Storici sull’origine del JuJitsu

Penso che sia giunto anche per me il momento di passarvi alcune nozioni storiche sull’origine della nostra amata disciplina marziale. Vi posto una sintesi di alcuni trattati che si trovano sulla rete, spero che sia interessante come lo è stato per me all’epoca quando lo lessi per la prima volta.

Il termine Jūjutsu 柔術, come lo conosciamo noi oggi, venne coniato solamente nel XVII secolo d.C. ma, le origini di questa Arte Marziale sono molto più antiche. Già a partire dall’Epoca Yayoi 弥生時代 ( III a.C. – 300 d.C. ), troviamo incisioni su campane di bronzo ( dōtaku 銅鐸 ) nelle quali sono raffigurati degli uomini che combattevano usando un tipo di lotta codificata, sebbene in maniera molto primitiva. Il perfezionamento del Jūjutsu si ha con la nascita della classe samuraica avvenuta intorno al X secolo d.C., e la sua successiva ascesa al potere, la quale culminerà nel 1185, anno in cui il Giappone conobbe il suo primo Bakufu 幕府, conosciuto anche come Shogunato, dopo un’intensa guerra civile protrattasi tra i clan dei Taira 平 e dei Minamoto 源: sarà proprio il clan dei Minamoto che darà origine a quel sistema feudale che vedrà al comando del Giappone i bushi 武士, detti più comunemente samurai 侍. Questi uomini d’arme dedicavano la loro esistenza allo sviluppo delle tecniche da guerra, nelle quali, oltre alla scherma ( Kenjutsu 剣術 ) , il tiro con l’arco ( Kyūjutsu 弓術 ), l’equitazione ( Bajutsu 馬術 ), il nuoto ( Suieijutsu 水泳術 )…, figurava ovviamente anche il Jūjutsu, l’arte del combattimento a mani nude. Inizialmente esso veniva chiamato con altri nomi, i più comuni dei quali erano Kumiuchi 組討 (afferra mento ), Taijutsu 体術 ( l’arte del corpo ), Wajutsu 和術 ( l’arte dell’armonia ) e Yawara 柔 ( morbidezza, cedevolezza ).

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Fu proprio quest’ultimo termine che creò quello attuale, dal momento che la parola yawara, se affiancata al termine jutsu, si trasforma in Jūjutsu, che significa appunto “ Arte della cedevolezza “. Ovviamente il Jūjutsu, al pari delle altre Arti Marziali, veniva utilizzato in guerra e soprattutto nel periodo Sengoku 戦国時代 ( 1477 – 1568 ), epoca in cui in Giappone vi fu un ininterrotto secolo di guerre civili, questo subì un larghissimo uso. Nacquero così molte scuole, chiamate Ryūha 流派, che insegnavano appunto il combattimento corpo a corpo. La prima ad essere stata codificata fu la scuola Takenouchi Ryū 竹之内流. Con la fine della guerra e l’avvento dello Shogunato dei Tokugawa 徳川時代 ( 1600 – 1868 ) vi fu un clima di pace in tutto il paese, che permise un ulteriore sviluppo delle Arti Marziali anche se ormai al di fuori dei campi di battaglia: bisogna ricordare che i samurai, sebbene ora fossero ancora più burocrati rispetto agli anni  passati, erano sempre una classe di guerrieri. In questi 250 anni di tranquillità sorsero una miriade di Scuole Marziali, tra le quali anche quelle di Jūjutsu. Fu in questo periodo che si diffuse la leggenda secondo la quale un medico di nome Akiyama Shirōbei 秋山四郎兵, il quale aveva già appreso tecniche di combattimento durante i suoi lunghi viaggi in Cina, notò, in una fredda mattina d’inverno, che tra tutti i rami che si spezzavano sotto il peso della neve, solo quelli di salice rimanevano integri: ciò perché invece di rimanere rigidi si piegavano sotto il suo peso fino a farla scivolare completamente per poi tornare nella posizione originale. Da li egli sviluppò il principio della “ non resistenza “, della “cedevolezza “, che lo porterà afondare la Scuola Yōshin Ryū 楊心流, lo Stile dello  Spirito del Salice.

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Con la caduta dello Shogunato Tokugawa, avvenuta nell’ anno 1868, e con l’avvento del Periodo Meiji 明治時代 ( 1868 – 1912 ) il Giappone incominciò a modernizzarsi, rigettando tutto ciò che fino ad allora aveva rappresentato la classe dei Samurai: anche il Jūjutsu subì la stessa sorte. Tuttavia, le Arti Marziali tradizionali vennero salvate da gruppi di studiosi, i quali non volevano perdere quel patrimonio che era proprio solo della loro nazione. Nel caso del Jūjutsu, esso venne salvato da Kanō Jigorō 嘉納治五郎 ( 1860 – 1938 ), che oltre a tramandarlo così com’era, ne estrapolò in seguito il Jūdō 柔道.

Figli di un’unica famiglia WJJF

La nostra storia, sia diretta che quella indiretta, è pieni di passaggi, scissioni e cambiamenti, ognuno di questi momenti sono per la nostra esistenza importanti e fondamentali per la crescita di ogni gruppo e siccome i gruppi sono fondamentalmente formati da persone, è implicito che la crescita sia sopratutto anche personale.

La famiglia della WJJF/WJJKO è stata piena, nelle sue tre decadi di storia, di questi avvicendamenti. Molti si sono avvicinati ed hanno contribuito alla crescita dell’organizzazione per poi separarsi successivamente dopo alcuni anni ed anche membri fondatori della federazione si sono staccati col tempo.

Soke Calrk agli albori della WJJF

Tutto questo non è sbagliato o da deprecare, tutta la vita è fatta di strade che si uniscono e si sperano, l’importante e portare rispetto al proprio passato ed alle persono che hanno per un certo periodo condiviso il tuo percorso, quest’ultimi devono comunque rispettare anch’essi le decisioni prese per far si che rimanga sempre una armonia d’intenti, siamo sempre figli di un’unica famiglia.

Cerchiamo sempre di rimanere con un cuore puro, solo così potremmo andare avanti nel nostro cammino senza rancori ne rimpianti.

Reunion MDC JJ School

Grande serata venerdì 27 Aprile, i due corsi, quello storico della Valdera di Fornacette e quello nuovo del Maestro S. Zipoli di Navacchio, si sono uniti per una sessione di allenamento sotto la mia direzione. Abbiamo cercato di sviluppare il corso come se fosse un vero e proprio “stage” cercando di proporre un po di esercizi sia tecnici che dinamici. Ringrazio tutti i partecipanti e naturalmente i ragazzi del Corso di Simone, è stato molto bello e stimolante avere tutta la MDC JJ School radunata insieme.

Colgo anche l’occasione per fare i complimenti al M° Zipoli per lo splendido esame da 4° dan che ha sostenuto Sabato scorso 21 Aprile davanti alla Nuova Commissione Tecnica Internazionale della WJJF.
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Chi ci segue anche su Facebook o Twitter (FB: MDC School. TW: @jujitsuvaldera) avrà avuto modo anche di vedere un pò di foto di questo straordinario evento che tutti gli anni ci vede coinvolti, Esami di DAN e Stage Internazionale che quest’anno ha avuto la bellezza di superare il record di presenze con 350 atleti operanti sui 4 mega tatami allestiti per l’occasione al Centro CUS di Pisa.

Per chi volesse venirmi a trovare, ricordo che siamo presenti presso la Palestra Valdera di Fronacette – PISA, il Martedi ed il Venerdi sera.

Il JuJitsu e gli stili Eterogenei

Il piacere di vedere e provare nuove realtà ci spinge a non fermarci mai, a non rimanere fissati solo su quello che facciamo ed abbiamo sempre fatto, ma a vedere anche cosa può arricchirci, a tutto quello che può incrementare il nostro bagaglio tecnico e perché no migliorarlo.

Non serve andare troppo lontano o navigare tra diverse arti marziali, è sufficiente iniziare ad apprezzare, ogni qualvolta ne troviamo l’occasione, altri stili delle nostra stessa disciplina. Capitare sul tatami con un mastro che presenta caratteristiche diverse e magari interpretazioni differenti di tecniche che abbiamo già eseguito in passato o che stiamo studiando è in ogni caso un arricchimento della nostra famosa “bisaccia”.

Allenamento Cinture Nere PMA

Non è detto che una interpretazione differente su qualche passaggio di una tecnica debba assolutamente sostituire quella che fino ad ora avete cercato di studiare, ma è sicuramente un altro punto di vista che ci servirà a capire che il jujitsu necessità sempre di una mentalità aperta anche ad altre contaminazioni di stile.

Le domeniche mattine passate con tutte le nostre cinture nere è il chiaro esempio di scambio di stili, è solo in quell’occasione che lo studioso della “dolce arte” ha modo di interagire con gli altri maestri delle Commissione Tecnica: Enrico, Adriano, Guido, Andrea ed Io abbiamo ognuno un proprio stile ed una personale interpretazione che pur mantenendo una medesima e ferrea linea guida permette a tutto il nostro gruppo di crescere in una visione “multistilistica” facendo anche apprezzare, su medesime tecniche di programma, esecuzioni con delle possibili piccole differenze interpretative che non devono per forza far rinnegare quello fino ad ora studiato, come dicevo poc’anzi, ma hanno lo scopo di mostrare altre visioni di uno stesso quadro, questo è sicuramente uno dei nostri punti di forza.

Il mio consiglio personale è quello di essere sempre come delle spugne che assorbono qualunque cosa reputino importante per l’accrescimento personale senza essere legati a pre concetti o convinzioni troppo incisive. Siate affamati, rimaniate curiosi. Ma soprattutto sperimentate.

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